domenica 10 maggio 2015

Doc L'ove: Ho un sassolino nella scarpa! Macchevvodicaffà?

 Bene cari amici! Ed eccoci alla puntata speciale per la festa della mamma!
Quindi eccoci alla seconda puntata della trilogia: passivi-aggressivi.

Johnny Bothleft.


Bene, ma veniamo – a fatica e grazie a strani utensili come manette di pelo, cinghie e cose così, che tanto lui amava...- a Johnny Bothleft... il nostro amico ambidestro... in inglese ambidestro non si dice così, ma mi piaceva maccheronizzarlo perché era di origini italiane...
Bothleft era un tipo veramente brillante, lo avevo conosciuto in un'agenzia finanziaria, lo vedevo sempre dietro lo sportello: veramente un tipo brillante, mi faceva morire dal ridere e mi scriveva spesso delle mail molto divertenti, che esulavano l'argomento lavorativo... finché... ecco... sì... mi ha fatto capire di essere interessato... però non prendeva mai l'iniziativa. Non capivo: sarà riservato? Insicuro? Eppure è così brillante! Magari non gli piaccio abbastanza oppure è impegnato... No, mi ero informata, con una collega, era libero da più di un anno.
Ah! Ci sono! - mi dico – Ehssì! Sarà ancora ferito per come è finita... avrà il cuoricino spezzato poverino...
Però aspetta un momento!... ci sono già cascata in una cosa così ed è finita male... no, no!

Cercai di fare la preziosa, ma quello continuava a provocare, scherzosamente, ma senza prendere l'iniziativa e a un certo punto mi disse cose come: bisogna avere il coraggio di prendersi quello che si vuole, se lo si desidera veramente! Bisogna saper rischiare...
E io... sì, cioè... non mi sentivo una vera cuor di leone, anche se a volte secondo me mi ero esposta troppo e avrei fatto meglio a fare a meno... e poi mi dissi: sì, ok... ha ragione... e perché non lo fa lui? Perché non lo mostra lui tutto 'sto coraggio?
Ma poi alla fine mi lasciai prendere dallo spirito della sfida! Evidentemente, lui era stato più bravo di me a giocar le sue carte...
E quindi gli chiesi distrattamente se fosse impegnato nel week end.
Mi disse di sì, accidenti! Il sabato... ma magari poteva liberarsi... No, risposi, ho un invito ad una festa, per sabato...
E quindi ci vedemmo di domenica.
Una domenica uggiosa e umida.
Mi vestii un po' carina... un po' troppo. Lui invece, che di solito era elegante pure più del dovuto, era abbigliato in maniera sportiva... Vabbé, feci finta di nulla.

Vabbé, non facciamola lunga, Bothleft, fondamentalmente era ambidestro e me lo confessò subito, ma solo dopo il primo bacio.
Il ché non fu la prima sorpresa, la prima sorpresa fu la sua bassezza (quella fisica...) dall'alto del bancone dello sportello, non l'avrei detto... ecco perché non si alzava mai e faceva di tutto per non spostarsi e farsi passare le carte e il resto dai colleghi...
Bothleft ci teneva tanto al corteggiamento... cioè ad essere corteggiato: lui: sempre!

Inoltre non voleva legami – eh sai, dopo tutti quegli anni di relazione simbiotica soffocante con quella donna così poco alla sua altezza, così insicura, così... donna, credo fosse quello il problema principale...
Voleva solo emozioni, era schiavo delle emozioni – come un novello eroino del decadentismo.

Comunque provai quest'esperimento della frequentazione senza legami, perché in fondo nella vita è giusto provare un po' tutto...

Una vera ciofeca! Una schifezza al cubo! Detto tra noi la sconsiglio alquanto, poi ognuno...

Johnny faceva cose delicate come dirmi nei momenti clou, o alla stazione, quando tornava a casa -risiedeva fuori città, aveva una graziosa villetta... che lui detestava, non so bene perché – ecco, in quei momenti carichi di pathos, con un tono altrettanto carico di pathos: dov'eri prima?
Io ero così presa dal suo umorismo, intelligenza, cultura, i trascorsi esistenziali difficili, etc... che manco gli ridevo in faccia quando diceva cose così.
Eh sì, perché... - me ne resi conto solo dopo – mi aveva trasformata nella comprimaria, no, in una delle comprimarie e comprimari, della sua telenovela personale.
Con lo stesso pathos mi diceva che gli ero mancata e quanto crudele fossi stata a non cercarlo (lo cercavo sempre io a dire il vero, ma va be'...) e qui mi diventava a metà tra il casanovesco, dannunziano e... sì, impreziosiva il tutto con una punta di raffinato sadismo...
Beh... non potevamo andare avanti molto a lungo in questo modo, no?
No.
Quindi trovò il modo di aver una buona scusa per scaricarmi (o forse dovrei dire riqualificarmi)... mi tirò un pacco... e poi mi scaricò... voi la cogliete la logica in questa sequenza? Manco io, ma lui era così bravo a parlare!
Talché rimanemmo amici, per un po'...

Nell'ultimo atto di questo tetro minuetto arrivammo dove probabilmente voleva arrivare fin dall'inizio: al suo tentativo di trasformarmi in confidente e consulente dei suoi problemi sentimentali. Voleva che fossi per lui una sorta di mamma (involontariamente) adottiva...

Tesoro mio, pensai, forse, se era questo che volevi, avresti fatto meglio a dirlo dall'inizio, no? Non credi? Certo, meno appagante per il tuo ego, meno sicuro per il tuo timore di essere giudicato, e meno divertente per il lato sadico della tua perturbata personalità... ma almeno avresti ottenuto quello che desideravi.

Sicché così come lui mi conquistò con modalità da passivo-aggressivo con modalità parimenti passivo-aggressive feci in modi di scaricarlo e di farlo uscire dal mio orizzonte per sempre.

Ah, buona festa della mamma a tutti!

Ps ah, mamme... se poteste essere meno stronze o psicopatiche coi vostri figli maschi... magari... così, giusto per non andare incontro all'estinzione della specie... o non so per solidarietà femminile... vabbé, macchevvodicaffà?...