mercoledì 22 agosto 2012

Se vivessimo in un film...

“Il mondo è così totalmente e meravigliosamente privo di senso che riuscire ad essere felici non è fortuna:è arte allo stato puro."

(Renè Magritte)


È più o meno lo stesso pensiero che veniva espresso nel film che ho visto stasera.
Quando è finito mi sono chiesta: come mai ci si sente meglio dopo aver visto un film?
Per questo, perché i film danno senso alla vita, i film sono chiari coerenti lineari, vanno a fondo nelle cose.
I film tragici incominciano male e vanno a finire peggio.
Un film noioso non diventerà improvvisamente divertente ad un certo punto. Comincerà noiosamente, si trascinerà sbuffando e terminerà in una lenta e fastidiosa agonia finale: il tutto nella più piena e rasserenante coerenza. 
E così via, fino ad arrivare ai film che promettono un cambiamento, lo vedi benissimo, si vede benissimo, che il protagonista vive bloccato in un disequilibrio cristallizzato che non può durare ancora a lungo: con le sue manie, i suoi piccoli loop esistenziali e i vari vorrei ma non posso, potrei ma nn voglio.
E lì, siccome siamo in un film, immancabilmente gli eventi fanno in modo che il cambiamento tanto atteso, necessario, per cui tutto il pubblico fa il tifo, avvenga.
 E alla fine avviene. 
Ecco fatto, esci dal cinema soddisfatto, contento per i soldi ben spesi e te ne torni a casa alla tua vita in cui invece... non cambia mai niente.
Infatti quel senso di soddisfazione dopo poco svanisce e cominci a chiederti: io perché invece continuo a fare le stesse cose, gli stessi errori, le stesse parole di troppo o di meno, tengo per me quello che dovrei dire, blatero quello che dovrei tenermi per me..., perché?
Perché io non sono così fortunato e non viene nulla a scombinarmi la vita e farmi cambiare strada per dare un senso a tutta questa serie di piccoli avvenimenti accidentali messi in fila indiana?
È semplice: i personaggi dei film sono coraggiosi e tu (io, noi), invece no.
Rifacciamo le stesse cose ripetendo degli automatismi o seguendo ragionamenti tanto giudiziosi quanto privi di senso.
Perché abbiamo paura e prendiamo tutto troppo sul serio.
Lo sappiamo, eh? Non è che non lo sappiamo. Ma sempre troppo tardi o troppo presto, in astratto.
E finisce che i personaggi inventati sono più vivi di noi.
Seguono le loro passioni, fanno quello che tu vorresti fare, ma non hai il coraggio, quello che non avresti mai fatto, eppure guarda che strano cambiamento di prospettiva a provarci...
Non è facile. 
Ma riuscire a cambiare non è fortuna e non so se definirla arte, mi pare una visione romantica. È più una questione di coraggio.
È saggezza:
la paura fa correre un sacco di rischi,
la fretta fa perdere un sacco di tempo,
l'avarizia impoverisce,
etc...

Se vivessimo in un film, non faremmo certi errori... 
a meno che non fossero indispensabili allo sviluppo delle trama!