domenica 29 aprile 2012

There is nothing, as you can see...


Ultimamente mi angustia questo problema: cosa c'è dopo la morte? 
Sarà perché si parla dell'apocalisse maya, sarà perché dei registi sadici fanno film in cui ci marciano sopra, un po' per curarsi la depressione, un po' per vendetta col mondo, un po' per rimpinzare il conto in banca (il che da una parte di per sé gli cura un po' di depressione, ma gli serve anche per pagare il conto degli strizzacervelli...che in alcuni casi, uno in particolare, un certo Lars, non si può dire stian facendo un gran lavoro...)... ma, insomma, vorrei risolvere questo problema... prima di morire.
È che ho sempre come sentito, più che pensato, che qualcosa dovesse esserci: reincarnazione, paradiso, purgatorio (l'inferno ero più incline a escluderlo, salvo casi particolari quali Hitler e alcuni dentisti macellai che lavorano in quelle catene che lucrano sulla salute della gente non particolarmente benestante..) oppure non so... un nirvana, bo? Contemplavo l'ipotesi del nulla, ma in definitiva propendevo più per paradiso o reincarnazione, fondamentalmente quelle che mi piacevano di più.
Anche se... a pensarci bene entrambe avevano dei difetti:

Il paradiso:
È un posto meraviglioso, bel clima, bellissimo paesaggio, un posto diciamo perfetto, ecco, diciamo: paradisiaco... 
E tutti sono buoni. E tutto va bene. E cheppalle!, non succede niente!

La reincarnazione:
Ti fai il tuo bel percorso di vita che ti serve ad apprendere delle cose e se impari bene e ti migliori, migliora il tuo karma e poi la prossima vita sarà migliore, oppure salirai di livello di difficoltà, come nei video games, ma a fin di bene, oppure avrai una vita miserrima e ti reincarnerai in uno stercorario!, per esermpio....
Ma diavolo ci pensate allo stress di rinascere?!? Di imparare di nuovo tutto da capo? A parlare, possibilmente pure un'altra lingua, avevi appena finito di imparare per filo e per segno la lingua precedente e te ne tocca subito un'altra... e poi camminare, scegliere degli sport, le prime cotte, le prime delusioni e due di picche vari... TUTTO DA CAPO!!!
E siccome c'è la furbata (un po' sospetta, in verità) che delle vite precedenti non hai memoria (secondo alcuni filosofi o santoni etc.. la perderesti intorno ai primi anni di vita, quando cioè impari a parlare... diabolico!) insomma, siccome non ti ricordi... con ogni probabilità rifarai gli stessi errori!
Spaventoso...

Ma poi, se nella vita successiva dovessi avere un carattere completamente diverso?... cosa resterebbe a dimostrare che saresti proprio tu? Cioè se cambi faccia, nazionalità, altezza, peso e anche carattere... bah!

E poi mi viene in mente il ciclo naturale, in cui tutto si ricicla, non si butta via gnonte! (come col maiale) E il verme viene mangiato da un insetto che viene mangiato da un animale che viene mangiato da un uomo che quando muore viene mangiato a sua volta dai vermi e il cerchio si chiude. (...che al mercato mio padre comprò...)
Quindi forse potremmo essere rondelline di un enorme ingranaggio che continua ad andare avanti e ci consente di esistere, ma noi non siamo in realtà. Non abbiamo una vera e propria anima individuale, ne abbiamo una collettiva -e questa cosa mi sembra di averla sentita dire da qualche parte.
In realtà la teoria che mi convince di più -a parte quella del: una sola possibilità, se la centri bene, se no amen!- quella che mi convince di più è questa, e armonizza un po' i miei dubbi sul paradiso e quelli sulla reincarnazione. Ecco, per tornare all'idea del video gioco: entri nella sala giochi, la vita, nascendo -ovvio-, inizi a giocare, vai avanti per un pezzo, poi inevitabilmente perdi, cioè crepi. Se quel gioco non ti ha insegnato abbastanza e sei rimasto con la voglia di giocare, rinasci, ma ricominci da capo, non hai mica l'esperienza della volta prima con te. E così fino a che non cresci e capisci che giocare coi video giochi... è una cosa da alienati!
Cioè fino a quando non capisci la futilità dell'esistenza, delle stagioni, dell'apparenza, la bellezza e la forza che si dissipano con gli anni, prima o dopo, ma sempre, inesorabilmente; le amicizie, gli amori, gli odi, le rivalità, che vanno e che vengono e poi si dimenticano. La procreazione o la coltivazione si sé stessi, a volte ambo le cose.

Comunque: una volta ho parlato con mio nonno che è morto prima che nascessi.
E questa cosa mi aveva sollevato, perché mi aveva tolto un sacco di dubbi, mi ero detta: ma allora esiste davvero qualcosa! Ecco, posso smettere di dubitare almeno di questo.
Mi aveva convinto poco che mi chiedesse di recitargli qualche padre nostro e ave maria... insomma, ok, lui era cattolico... ma sappiamo tutti che Cristo non sembra sia realmente esistito, insomma, mancano le testimonianze storiche e ci sono un sacco di miti identici precedenti, storicamente, all'anno “zero”.

Però, insomma, era andata così: avevo conosciuto questa strana tipa durante una selezione per lavorare nel call center della Tim. Non ci avevano prese, per fortuna!
La tipa strana dopo un po' mi dice: quando ho guardato le facce lì in agenzia interinale ho capito subito che tu eri l'unica normale. Che detto così fa un po' ridere, ma facendo mente locale alle facce cui si riferiva, capivo esattamente cosa intendesse. Cioè per esempio che gli altri prendevano sul serio quei demenziali giochi di ruolo che ci propinavano per selezionarci.
Ma andiamo oltre, la tipa strana era comunque piuttosto simpatica, mi faceva morire dal ridere a volte, un umorismo taglientissimo e spietato -nonché ineccepibile...
Aveva poi dei problemi alimentari di bulimia e anoressia alternate, mi aveva fatto vedere un po' di sue foto in cui era la metà di come la vedevo e altre in cui era il doppio. Mi spiaceva per questa cosa, alla fin fine, nonostante i suoi gusti bislacchi -trovava angosciante il jazz e poi si rilassava ascoltando un tale che vomitava versi satanici in mezzo a un frastuono di chitarre violentate- beh, era intelligente, simpatica e mi spiaceva si maltrattasse così...
Bon, comunque una sera mi propone di fare una seduta spiritica con lei e il suo fidanzato, perché, dice, hanno uno spirito guida, una ragazzina a cui era successo non so cosa, un po' dispettosa, ma che li metteva in comunicazione con altri spiriti.
So bene che una persona sana si sarebbe cautamente alzata, avrebbe detto “s'è fatta una certa...” e poi avrebbe aggiunto “magari un'altra volta...”...
ma io sono sempre stata fottutamente curiosa!
E quindi abbiamo provato.
Io ci ho fatto attenzione più volte, ma non mi è proprio sembrato che la monetina la spingessero loro, magari a turno... e poi è arrivato lo spirito di mio nonno, così si è presentato. E ha detto il suo nome, che lei non conosceva. Mi ha parlato di cose di cui non avevo parlato con lei, e mi ha chiesto di essere più gentile con mia madre con cui all'epoca ero perennemente in guerra.
Solo che poi ha fatto delle anticipazioni che non si sono avverate e che dubito fortemente si avvereranno...

boh...

In ogni caso devo risolvere questo problema prima del 21/12/12, per sicurezza.
Qualcuno ha delle valide teorie o suggerimenti? (che non comportino tentativi di suicidio per verificare subito... ;-P)

Ora pro nobis....

2 commenti:

  1. Ciao, se non c'è un'altra vita dopo la morte secondo me ci si sente e si è come prima di esistere . Il problema secondo me è che non accettiamo questo perchè abbiamo (chi più chi meno) un cervello nella scatola cranica e non ammettiamo che si spenga (PENSARE che il cervello si spenga vuol dire che è' ACCESO). Quando sarà il momento ci PENSEREMO .

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    1. interessante e sensato punto di vista. non risolve il problema, ma grazie. in effetti il cervello è il centro del problema...
      buon primo maggio :)

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